Autorizzazione all’uso dei cookie

Tu sei qui

Stop bullismo

Contenuto in: 

STOP BULLISMO!

Incontro formativo sulle tematiche del bullismo o cyberbullismo per le classi IIIA-IIB-IIIC-IIID
del plesso Mazza (S.S. di I grado)


Dott. FABIANO MARRA - Commissario della Polizia di Stato Questura di Verona

Prof.ssa FLORINDA FRACCASCIA - Referente Bullismo e Cyberbullismo IC VR 11 Borgo Roma Ovest

Moderatrice - Prof.ssa ANTONINA AUSILIA UTTILLA, Dirigente Scolastico I.C. VR 11 Borgo Roma Ovest

Verona, 13 dicembre 2019
Aula Polifunzionale della scuola M. Mazza Via Udine,2


 

UN’ALTRA DIMENSIONE ....

Il fatto che tutto avvenga in modo "virtuale" non significa che sia tutto un gioco.
Online, come nella vita reale, si deve essere leali, rispettare il pensiero altrui, domandare prima di fare qualcosa che potrebbe infastidire qualcuno.

Non si condividono foto/video di terze persone senza l’autorizzazione, non si utilizza un linguaggio volgare e offensivo.

Se si vedono o si ricevono cose del genere, è necessario parlarne ad un adulto di fiducia, segnalando, e cercando di non rimanere uno spettatore passivo.

Si può entrare a far parte del circolo vizioso del cyberbullismo, anche senza accorgersene... solo facendo parte di una chat


 

E’ importante ricordare che:

  • Tutto ciò che si pubblica su un social network rimane in memoria per sempre anche se chi lo ha pubblicato lo cancella.
  • Sul web ogni comportamento può essere tracciato, ricostruito e denunciato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, se arreca danno a chi lo subisce.
  • Al compimento dei 14 anni, si diventa penalmente responsabili delle proprie azioni sul web e quindi imputabili di reato.
  • Gli insegnanti in quanto pubblici ufficiali, hanno l’obbligo di denunciare fatti penalmente rilevanti (reati) commessi o subiti dagli studenti.
  • Diffamazioni, minacce e insulti in rete devono essere denunciati dalle vittime (cd. procedibilità a querela di parte)

VI LASCIAMO ALCUNI SPUNTI DI

RIFLESSIONE....

Spesso chi subisce un gesto di prepotenza si vergogna perchè la vive come una propria debolezza/ pensa di averla provocata/teme che parlandone si moltiplichi.

E’ per questo che la prima cosa da fare è nominare a voce alta i fatti.
Si vergognino gli aggressori, non gli aggrediti. E GLI AGGREDITI DENUNCINO!!!

Spesso la risposta è questa: “Io non so dove trovare la Polizia postale, ho pensato vado al commissariato ma poi chissà a chi mi trovo davanti, il quartiere è piccolo, la gente parla”.
Quindi moltissime persone oggetto di violenza non sanno, nell’ordine:

  • che quello che gli accade sia un reato,
  • quando lo sanno pensano che denunciare sia inutile,
  • se decidono di farlo non sanno dove,
  • se trovano dove, temono le conseguenze del giudizio altrui.

Investire sulla difesa è sacrosanto ma insufficiente:

è come arrendersi al fatto che la violenza sia un fatto di natura, tipo una tempesta di fulmini, e che bisogna attrezzarsi a fronteggiarla.
La violenza non è solo un fatto di natura: è prima di tutto cultura. Si impara da piccoli a contenerla e trasformarla.

Non sono le vittime a doversi difendere, sono gli aggressori a non dover aggredire.

AllegatoDimensione
PDF icon2019-2020-stop-bullismo.pdf505.29 KB

Sito realizzato e distribuito da Porte Aperte sul Web, Comunità di pratica per l'accessibilità dei siti scolastici, nell'ambito del Progetto "Un CMS per la scuola" - USR Lombardia.
Il modello di sito è rilasciato sotto licenza Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported di Creative Commons.